Octopath Traveler II - La recensione (2024)

LA RECENSIONE IN BREVE

  • Una storia la cui narrazione è composta da piccole antologie che, seppur ben scritte, risulta purtroppo ancora priva di coesione.
  • Il gameplay è rimasto quasi del tutto inalterato, salvo qualche aggiunta in termini di interazione ambientale e sistema di combattimento, che vive ancora di alti e bassi tra difficoltà e progressione farraginosa.
  • Artisticamente e tecnicamente splendido a vedersi, con una colonna sonora che surclassa quella precedente.

L'originale Octopath Traveler, che risale al 2018, è stato senza dubbio un progetto peculiare e interessante nel suo omaggiare i giochi di ruolo di un tempo, sia come stile artistico sia in alcuni aspetti di gameplay - appartenenti a un tempo ben lontano ma modernizzati a sufficienza qui e lì per renderli godibili tutt'oggi.

A seguire, nel 2022, c'è stato il brillante Triangle Strategy che, sempre affidandosi allo stile in pixel art HD-2D, ha costruito una narrazione in cui il sistema di scelte si è dimostrato il fiore all'occhiello dell'intera esperienza. Pur non essendo nuovo, anche Tactics Ogre Reborn ha fatto la sua parte nel ricordare cosa significa essere un videogioco strategico di prim'ordine artisticamente vecchio stile.

Un filone, quello della nostalgia "modernizzata", che non sembra volersi fermare, come dimostra l'imminente uscita di Octopath Traveler II: forte del precedente successo, il team di sviluppo Acquire ha puntato a doppiarlo offrendo un nuovo capitolo che, nel bene e nel male, non si distanzia molto dall'originale; perché se è vero che "squadra che vince non si cambia", certe occasioni sarebbero ottime per raddrizzare qualche stortura anziché riproporla lievemente modificata.

Storie antologiche, mai coese

Uno dei maggiori difetti imputati al capitolo originale era una pressoché totale mancanza di coesione tra le diverse storie giocabili (otto in tutto): per chi non conoscesse come funziona la narrativa in Octopath Traveler, in breve ruota attorno a otto personaggi giocabili che uno dopo l'altro si incontrano nei rispettivi cammini fino ad arrivare, tra alti e bassi, alla conclusione del gioco. Una volta deciso quale tra loro sarà quello di partenza, partirete per la sua personale missione e lungo il tragitto incontrerete eventualmente gli altri, che si uniranno a voi ma senza una reale motivazione.

Le stesse circostanze che portano a questi incontri sono molto banali e, nel complesso, la sensazione è che queste siano singole storie di un'antologia cui manca una vera e propria cornice. I personaggi interagiscono poco o nulla fra loro, osando di più verso le battute finali ma rimanendo, in buona sostanza, dei perfetti sconosciuti che combattono per la salvezza del mondo. Non percependo di avere un vero obiettivo comune, quanto piuttosto otto differenti, e di conseguenza non avendo una precisa direzione verso la quale muoversi assieme, si finisce per vagare abbastanza casualmente reclutando personaggi fino alla conclusione.

Octopath Traveler II - La recensione (1)

Octopath Traveler II, sfortunatamente, non fa molto per rimediare a questa assenza di coesione. Certo, le singole storie sono persino meglio scritte rispetto alle precedenti e tutte meritevoli di essere giocate, tuttavia restano quelle piccole antologie che non trovano un fil rouge a unirle. C'è stato lo sforzo di introdurre i cosiddetti Sentieri Incrociati, ovvero storie a parte che andranno a coinvolgere due dei personaggi in una mutua collaborazione, ma anche così non è abbastanza per creare quella sensazione di gruppo che si percepisce nella stragrande maggioranza degli altri GdR. Già delle circostanze più profonde, nel dettare i vari incontri, avrebbero alzato l'asticella, invece siamo di nuovo di fronte a monologhi del futuro membro del party che si conclude con la sua accettazione (o no) nel nostro gruppo.

Insomma, se da un lato si apprezza l'evoluzione delle singole storie pur con un certo rimpasto dei personaggi del capitolo originale (percepibile ovviamente da chi lo ha giocato) e l'introduzione di storie secondarie dedicate a un totale di quattro coppie, è innegabile vedere che ancora una volta è venuta a mancare una scrittura più corale che, a sua volta, avrebbe offerto anche un senso al viaggio. Ho personalmente trovato l'assenza di un obiettivo comune destabilizzante, tanto che più volte mi sono chiesta perché stessi facendo quello che stavo facendo. Sembrava un lento trascinarsi per la mappa seguendo le icone dei nuovi personaggi reclutabili o del prosieguo delle diverse storie.

Octopath Traveler II - La recensione (2)

Da ultimo, se non avete giocato all'originale non dovete preoccuparvi: Octopath Traveler II è ambientato a Solistia, un mondo inedito con le sue gioie e tragedie, in bilico tra una fioritura culturale e la disperazione della guerra con il suo corollario. Non importa chi sceglierete o da dove avrà inizio la vostra avventura: in un modo o nell'altro, che sia per necessità o semplice curiosità, batterete ambedue i continenti che definiscono Solistia in questo nuovo viaggio.

Un gameplay familiare e alla mano

Lo stesso discorso della narrativa, ovvero che sia molto simile al gioco precedente, lo si può applicare al gameplay ma con un'accezione più positiva. Il sistema di combattimento, ancora una volta a turni, può vantare una varietà di classi dettate dai personaggi presenti nel gruppo e alla classe secondaria che col tempo deciderete di assegnare loro; ritornano altresì i concetti di Dominio e Potenza, che rispettivamente permettono di infierire più brutalmente sul nemico dopo averne spezzato le difese e di caricarsi, turno dopo turno, con i cosiddetti PP (Punti Potenza) che potranno essere spesi per attacchi fisici extra o incrementare notevolmente l'efficacia di abilità e magie.

La vera novità è rappresentata dai Poteri Latenti, capacità innate e specifiche in base al personaggio che si attivano in circostanze precise - ossia subendo danni o dominando i nemici. Quando il relativo indicatore sarà pieno, potrete scegliere se attivare il vostro potere latente e sovvertire le sorti della battaglia. Non tutti sono utili allo stesso modo e alcuni potrebbero sembrare banali ma, alla fine, dipende tutto dal vostro stile di combattimento; certo è innegabile che alcuni siano più... creativi di altri. Nel complesso è una meccanica che, seppur di poco, va a mediare all'ennesimo punto critico del gioco originale: la difficoltà tarata verso l'alto e la conseguente necessità di grinding per riuscire a proseguire in alcune aree, o finire le storie dei personaggi.

Da giocatrice, sono tra le bestie strane che apprezzano parecchio il grinding; non mi pesa trascorrere ore su ore ad allenare la mia squadra, tuttavia è una mia scelta e non una sorta di imposizione del gioco. Octopath Traveler II al contrario, proprio come il predecessore, tende a prendere il controllo di questa libertà e dettare, in alcuni frangenti, la necessità di allenarsi o meno. Rallentando la progressione, che viene ulteriormente ostacolata dall'enfasi eccessiva sulle Azioni di Viaggio, di cui entrerò nel dettaglio a breve.

Octopath Traveler II - La recensione (3)

Tornando al discorso della difficoltà e del conseguente grinding, devo chiarire che Octopath Traveler II non è certo un gioco da affrontare in modo leggero: il suo pregio è di essere un'esperienza ragionata dove nemmeno gli scontri all'apparenza banali vanno presi sottogamba; allo stesso tempo ne rappresenta il difetto per via di un'implacabilità eccessiva nella disparità dei livelli. Sono sufficienti anche solo due di scarto dai nemici, in particolare la notte, perché l'intero party venga messo al tappeto soprattutto durante le fasi iniziali: questo porta inevitabilmente ad allenarsi in aree limitrofe che, al contrario, tendono a essere ben sotto la soglia del nostro livello e non offrono l'esperienza utile a non ripetere in continuazione le stesse battaglie. Ripeto, se fosse una decisione personale sarebbe una questione completamente diversa ma quando è il gioco a "imporre" un certo tipo di approccio questo va a penalizzare il ritmo.

Un altro aspetto che trovo ostacoli la progressione è l'attimo in cui si recluta un personaggio nuovo in squadra. Di norma, nei giochi di ruolo, i compagni appena aggiunti tendono ad adattare il proprio livello al nostro: se anche non è uguale, si tratta di uno scarto molto leggero. In Octopath Traveler invece no, si comincia sempre dal livello 1 e volendo si può vivere il primo capitolo della loro storia per guadagnarne qualcuno in più, nonché comprenderli meglio. Nonostante ciò, la disparità tende a essere abbastanza evidente e in un gioco come questo dove basta pochissimo per essere annientati si torna all'espressa problematica del grinding imposto. Inoltre, sebbene venga naturale giocare l'incipit narrativo del nuovo personaggio, non è detto se ne abbia voglia in quell'esatto momento (si può fare senza problemi in qualunque taverna); tuttavia, la necessità di avere una squadra bilanciata, o quantomeno un punto di partenza un po' meno drastico del livello 1, ci spinge di fatto a giocarla.

L'alternativa sarebbe gettarsi negli scontri con un personaggio a livello base, rischiando di vederlo collassare in un attimo se preso di mira; oppure dedicarsi a tediose battaglie con nemici molto deboli affinché il nuovo arrivato non soffra la disparità mentre i compagni ottengono poco o niente da queste schermaglie. Insomma, in un modo o nell'altro si finisce in un imbuto che spezza il ritmo e va a pilotare la progressione, come se già non lo facesse. Per quanto si parli di libertà nella strada da percorrere quando si vuole proseguire la storia di un personaggio anziché un altro, il livello consigliato per affrontare i capitoli seguenti è spesso una deviazione obbligata verso altre strade o, di nuovo, una messa in pausa dell'avventura per dedicarsi al grinding qualora si volesse assolutamente seguire proprio quella parte di storia. Sebbene comprenda che si tratta di una decisione presa affinché si possa dettare un ordine e un ritmo là dove manca coesione narrativa, è proprio per via di quest'ultima che se ne sente maggiormente il peso.

Octopath Traveler II - La recensione (4)

Se ho un obiettivo specifico, per intenderci, sono anche disposto a sopportare una sorta di imposizione dall'alto (in questo caso il grinding). Non avendolo, dovendomi limitare a seguire queste piccole antologie sconnesse tra loro, c'è un graduale accumulo di frustrazione nel vedersi costretti a interrompere la partita per ribilanciare i suoi equilibri. Questo pur avendo limato le spigolosità del predecessore.

Notte e giorno, agire o non agire

L'alternarsi del giorno e della notte, che può avvenire in modo naturale o forzandolo con la semplice pressione di un tasto, non va solo a dettare la difficoltà delle battaglie e di conseguenza la velocità di progressione, ma ha effetto anche sulle cosiddette Azioni di Viaggio. Si tratta di azioni peculiari a ogni personaggio, che variano se le si compie per l'appunto di giorno o di notte; a subirne gli effetti sono i PNG, dai quali possiamo ottenere informazioni, oggetti o persino tecniche di combattimento in modo più o meno diretto. Alcuni personaggi possono estorcere con la forza, altri invece sono più raffinati e si basano sull'avere la mano lesta o essere molto persuasivi, con il successo dettato da una percentuale che può migliorare aumentando di livello.

Il ciclo giorno/notte, in tal senso, non rimesta granché le carte in tavola limitandosi a ridistribuire i personaggi qua e là ma a volte va a influenzare il prosieguo di certe missioni secondarie. Nonostante tutto, però, le Azioni di Viaggio si sono dimostrate ridondanti proprio perché se ne hanno a disposizione due per personaggio (per un totale di sedici): alcune di queste, infatti, si somigliano tra di loro e cambia soltanto il modo in cui andremo a metterle in atto.

Octopath Traveler II - La recensione (5)

Temenos per esempio, l'ecclesiasta con cui ho scelto di cominciare, ha un'abilità notturna chiamata Rivela che permette di avere informazioni dai PNG estorcendole con la forza: in pratica li si deve dominare combattendoli in un piano metafisico senza alcun supporto esterno. Il sapiente Osvald possiede invece l'azione diurna Valuta, che a sua volta consente di ottenere informazioni ma senza colpo ferire: se non dovessimo andare a segno, semplicemente la nostra reputazione nella città calerà e andrà ripristinata offrendo una certa somma al taverniere. Di esempi come questo ve ne potrei fare altri ma non voglio tediarvi: se è pur vero che possiamo portare con noi quattro viaggiatori, lasciando gli altri in locanda, e che quindi certe formazioni sono essenziali per avere a disposizione qualsiasi Azione possibile, non toglie il fatto che la meccanica innesca una specie di ossessione per cui si sente il bisogno di esaurire ogni azione su tutti i PNG, sia di giorno sia di notte. Ciò a sua volta rallenta una progressione già inficiata dal resto.

Come se Octopath Traveler II non fosse dispersivo e privo di un obiettivo ben definito, il carico eccessivo sulle Azioni di Viaggio rischia di distrarre ancora di più. Il lato positivo, perché c'è e non andrò a negarlo, è che sono anche queste nuove meccaniche a portare alla luce i numerosi segreti che il gioco nasconde in sé e fanno la gioia dei completisti. Inoltre, sebbene la loro implementazione sia legata a delle semplici traversate da un punto all'altro, i personaggi ora possono sfruttare le barche per muoversi sull'acqua: non si devono confondere con le navi, che invece permettono dei viaggi più lunghi previo pagamento del giusto compenso.

Comparto tecnico e artistico

Il comparto grafico è dove non c'è assolutamente niente da dire ma solo da applaudire: il già splendido stile HD-2D, che fonde la pixel art tradizionale con grafica una 3D più moderna, viene impreziosito ulteriormente grazie a una maggiore cura per il dettaglio e l'illuminazione, nonché gli effetti. Purtroppo non ho potuto giocarlo su Switch OLED, avendo ancora il modello base, ma proprio perché ho potuto notare così tanta qualità su quest'ultimo non ho il minimo dubbio della resa sgargiante che avrà sul più recente modello della console. Segnalo la presenza di una leggerissima perdita di fotogrammi nei casi in cui la scena sia particolarmente densa, tuttavia non è nulla per cui crucciarsi: si percepisce appena e non va a minare l'esperienza. Più d'impatto sono i 30 fps cui viaggia la versione Switch e la mancanza di ombre dinamiche in alcuni casi; di nuovo, niente per cui strapparsi i capelli ma non si può evitare di segnalare che sia un po' un peccato.

Octopath Traveler II - La recensione (6)

Detto questo, bisogna anche riconoscere che Octopath Traveler II è molto più adatto a essere giocato in portatile, perciò se anche la versione PlayStation ha qualche piccolo "vantaggio" in più c'è la questione comodità a bilanciare dal lato opposto. Sebbene io sia molto più incline a giocare sulla console Sony pressoché qualunque cosa, è innegabile che certe esperienze sono migliori su altri supporti. Switch è il caso specifico in merito, in particolare se avete OLED.

Fatte le dovute specifiche, ci sono altri aspetti che sono insindacabili a prescindere dalla piattaforma su cui sceglierete di vivere l'avventura: i movimenti di camere e la possibilità di aumentare lo zoom sono un'aggiunta assolutamente gradita rispetto all'originale che va a rendere ancora più spettacolari i combattimenti, da un lato, e dare più spessore a certe scene d'intermezzo dall'altro. Sembra una cosa da poco ma vi assicuro che non è così, specie se uniamo altre piccole chicche contestuali che concorrono a rendere più vivo l'ambiente intorno a noi. Ciliegina su una torta già di per sé ottima è la colonna sonora di Yasunori Nishiki, che supera se stesso rispetto al primo Octopath Traveler e offre una serie di brani tanto meravigliosi quanto vari.

Octopath Traveler II non raggiunge l'8 pieno semplicemente perché indulge un po' troppo negli errori del passato, soprattutto sul piano narrativo. Non sono da meno alcune farraginosità di gameplay e una difficoltà fin troppo punitiva in alcuni frangenti, nonostante le limature, ma il punto più dolente resta la narrazione disconnessa. Le singole avventure sono bellissime, però sono antologie in una storia che manca di coralità - che non ha una cornice in cui inserirsi. Un peccato, perché artisticamente e tecnicamente il secondo capitolo della saga fa un bel salto in avanti (per non parlare della musiche), ma sebbene il cosiddetto more-of-the-samenon sia sempre da leggere in chiave negativa (come in questo caso dove certi aspetti è bene che siano rimasti così), non può nemmeno dirsi esente da critiche. Esattamente come il precedente, Octopath Traveler II è un gioco che si ama o si odia: difficile trovarsi nella via di mezzo.

Octopath Traveler II - La recensione (2024)
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Author: Dean Jakubowski Ret

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